Ha iniziato a dipingere e scolpire sotto la guida del nonno Giulio, maestro “scalpellino” di “pietra leccese”, e dello zio Antonio, pittore.
A Milano è allievo dello scultore Marco Melzi e consegue il diploma di maturità artistica, segue poi per alcuni mesi il corso di Enrico Manfrini presso l’Accademia di Brera, prima di scegliere un radicalmente diverso percorso universitario.
Negli anni milanesi ha la possibilità di frequentare Raffaele De Grada ed Ernesto Treccani e di studiare, in particolare, l’esperienza di “Corrente”.
Dopo l’incontro con Enzo Bassani nella seconda metà degli anni 70 inizia a studiare e a collezionare l’arte africana.
Con alcuni colleghi, stimolati dalle analisi di Franco Basaglia, sviluppa esperienze artistiche con persone costrette nelle istituzioni psichiatriche.
Anche se per molti anni gli impegni professionali e istituzionali riducono il tempo dedicato alla produzione artistica, continua a lavorare in vari modi nel mondo dell’arte: costituisce l’Associazione Parlamentare per l’arte contemporanea; promuove all’estero giovani artisti italiani; evita la dispersione di decine di opere di Giulio Aristide Sartorio acquisendole allo Stato, realizza molteplici eventi artistici e culturali.
Riprende la propria attività artistica rispondendo al fraterno impulso di Alessandro Kokocinski e realizzando poi alcune mostre personali e collettive.